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Trento, 2 marzo 2007
«CON GRISENTI ATTENTI AL MODELLO PANCHERI»
Boato: fare politica dall’A22 fu un’esperienza devastante
da l’Adige di venerdì 2 marzo 2007

L’onorevole Marco Boato, presidente dei Verdi del Trentino, è un fiume in piena. La lunga intervista rilasciata ieri all’Adige da Silvano Grisenti, in cui l’assessore si dice pronto a lasciare la giunta per andare a guidare l’A22 senza però rinunciare alla politica, ha sconcertato il leader verde, che sul nome di Grisenti al vertice dell’A22 mette addirittura in guardia dal rischio che si riproponga quello che chiama «il modello Pancheri».

Onorevole Boato, lei nel vertice di maggioranza del 9 febbraio scorso fu tra coloro che si dichiararono apertamente contrari al passaggio di Grisenti all’A22, l’assessore però appare oggi determinato a raggiungere quell’obiettivo. Cosa ne pensa?
In quella riunione Dellai per la prima volta mise a conoscenza la coalizione di questo progetto di cui su parlava sui giornali. Ci chiese cosa ne pensavamo e intervenimmo solo Rossi, Pinter e io, che ci dichiarammo contrari, poi Casagranda, favorevole. Io penso dunque che prima di qualunque decisione sia opportuno riconvocare una riunione di maggioranza per verificare le posizioni politiche, se no è una presa in giro.

Ma perché non le va bene Grisenti?
Perché Willeit ha lavorato bene e poi perché qualunque sia la ragione della scelta di Grisenti la lettura esterna che verrà data è che Dellai lo ha scaricato dalla giunta e questo non darà maggiore credibilità a Grisenti.

L’assessore ha dichiarato che anche quando sarà all’A22 continuerà a fare politica.
L’eventuale assunzione della presidenza dell’A22 da parte di Grisenti non comporta la sterilizzazione dell’impegno politico. Il problema però sull’A22 come si pone oggi per il Grisenti assessore è la separazione tra ruolo istituzionale e impegno politico.

Cosa intende dire?
Mi verrebbe solo da dire attenzione alla vecchia esperienza del modello Pancheri (l’ultimo presidente trentino dell’A22 fu arrestato nel ’93 Ndr.), perché storicamente è avvenuto che la presidenza dell’A22 sia stato il centro di intrecci politici non trasparenti e vere e proprie violazioni di legge.

Sta parlando delle tangenti, non vuole usare questa parola?
Diciamo che voglio essere più delicato.

Ebbene?
Intendo dire che è terreno minato il rapporto tra impegno politico e ruolo nell’A22. L’esperienza storica trentina è un’esperienza devastante. Ricordo poi che fu lo stesso Pancheri, a ottobre 2005, a parlare della Margherita come di un comitato d’affari.

Grisenti suggerisce a Dellai di non affidare ad altri le sue deleghe se e quando se ne andrà. È d’accordo?
Lui riconosce che è competenza del presidente, ma allora trovo contraddittorio che dia suggerimenti. Nel merito si verificherebbe poi una tale concentrazione di potere che mi sembrerebbe inaccettabile. Suggerirei a Dellai una consultazione e una saggia redistribuzione, per esempio, gli enti locali a Bressanini.

L’assessore ha difeso il suo lavoro in giunta e il suo impegno politico sul territorio e ha detto che i colleghi che lo criticano in realtà è perché non sanno fare come lui. Che ne pensa?
Che sono sconcertato, anzi agghiacciato dalla frenetica autoesaltazione che attraversa tutta l’intervista e che ho trovato di cattivo gusto. In particolare sul rapporto con il territorio che lui rivendica e in cui sta il problema della sovrapposizione non corretta tra ruolo istituzionale e partito di cui discutiamo da mesi.

Non salva proprio nulla?
Mi sono trovato perfettamente d’accordo sulla risposta che ha dato a Tarolli sulla sua patetica proposta di alleanze con la Margherita e sull’ultima parte in cui ha parlato del centrosinistra come progetto politico che va dal livello comunale a quello provinciale e nazionale.

 

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